Ue, Cia: vergognoso attacco all’agricoltura. Disintegrata la Pac nel nuovo bilancio

La preoccupazione delle aziende agricole imolesi aderenti a Cia-Agricoltori Italiani Imola sul futuro della Pac è palpabile. Il 16 luglio la Commissione Europea ha presentato il Quadro finanziario pluriennale 2028-2034 che contiene una svolta, in negativo, per l’agricoltura europea: le risorse della Politica Agricola Comune sono inserite in un unico “contenitore”, dove convergono le risorse di altri settori e sarebbero tagliate del 30%.
Una svolta “storica” in negativo, considerando che la Pac è il sistema di contributi che da oltre 50 anni sono destinati al sostegno della produzione agricola e che sono sempre serviti, direttamente o indirettamente, anche a salvaguardare le zone più fragili a rischio spopolamento, a contenere il rischio idrogeologico e a promuovere il turismo rurale.
Durante la presentazione del quadro finanziario gli agricoltori di Cia-Agricoltori hanno preso parte alla marcia organizzata con Copa-Cogeca fuori dalla sede della Commissione Ue in Piazza Berlaymont a Bruxelles per protestare contro quello che il presidente di Cia Nazionale, Cristiano Fini ha definito: “Un vergognoso e indicibile attacco all’agricoltura europea. Con il taglio di quasi il 30% delle risorse e l’assorbimento della PAC nel Fondo Unico, la Commissione Europea sta facendo l’Europa a brandelli. La presidente Ursula von der Leyen ha perso un’occasione storica per difendere la coesione dell’Unione e rafforzarne l’autorevolezza, sostenendo l’unica vera leva di sviluppo: la sicurezza alimentare e per salvaguardare il diritto dei cittadini a un cibo sano e accessibile. E i 300 miliardi annunciati, peraltro inferiori all’attuale dotazione, non basteranno certo a salvare un comparto che avrebbe bisogno di molte più risorse. Così, per l’agricoltura europea, è la fine. Ci chiediamo: come pensa, ora, la presidente, di garantire cibo agli europei?”
A fargli eco è Luana Tampieri, presidente di Cia Imola: “Inserire la PAC nel Fondo Unico significa ridurre non solo le risorse e i sostegni a chi produce cibo, ma anche minare fortemente la tenuta delle aree interne. L’imolese è un territorio complesso, in parte collinare e montano, dove gli agricoltori sono in prima linea contro lo spopolamento e contribuiscono attivamente alla tenuta idrogeologica e alla manutenzione di zone a rischio frane. I fondi della Pac non sono, come alcuni pensano, una forma di “assistenzialismo” ma un contributo a un settore che non può essere accomunato a nessun altro. Un settore che ha un ruolo centrale nella produzione di cibo in una situazione globale di scarsità endemia ed è, dunque, un pilastro comunitario fondamentale sotto il profilo economico, ambientale e sociale. Mettere in discussione la Pac significa compromettere il futuro di tutti, perché l’agricoltura è bene comune e chiunque dovrebbe contribuire alla sua salvaguardia”.